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giovedì 11 luglio 2013

CONSIGLIO DI LETTURA: PAOLO CARDERNA' - ASPETTANDO LA BANCAROTTA ....


Ieri sera dopo il close dei mercati americani il "pusher" Ben Bernanke (zio Bernie per i tossici di tutto il mondo) ha dispensato le sue perle illuminanti, che, chissà perchè, arrivano sempre al momento giusto: "purtroppo quel che sembrava una ripresa economica forse non lo è ancora, per cui la politica accomodante rimane necessaria nell'immediato futuro".



Messaggio bello chiaro: la droga continuerà ad arrivare fluente sui mercati, la Fed continuerà a stampare bei dollaroni ancora a lungo. Gli stimoli all'economia ( ma solo dei loro amici) non han prodotto alcuna ripresa economica(e vorrei vedere, dato che non arrivano nemmeno le briciole all'economia reale), la ripresa rimandata prima  da fine 2012-inizio 2013 a fine 2013-inizio 2014, ora si è spostata al 2015. E il giochetto continua, perchè è l'unico che può far continuare la farsa.

Molti ti raccontano che l'obiettivo è che l'effetto ricchezza prodotto dalla salita dei mercati finanziari arrivi a far riprendere l'economia reale: ma questa è pura idiozia, dato che il consumatore medio americano, ammesso ancora che ce l'abbia un lavoro e un quattrino, è ben lontano dal metterlo sui mercati finanziari.
Quindi gli unici che si prendono l'effetto ricchezza - eccome se lo prendono, visti gli affari record di lusso, aste, gioielli, vini, arte, etc etc - sono sempre loro, la cerchia degli amici piu vicina a questo enorme flusso di denaro.
Se parliamo poi del consumatore medio (o dell'impresa) italiana, è come sparare sulla croce rossa, anche perchè noi abbiamo il costo del debito - ammesso che si riesca ad accedere al credito -decisamente più alto( a causa dello spread),e  una condizione economica che è paragonabile, in senso negativo, solo a pochi altri paesi al mondo.

A conferma di ciò, leggetevi questa bella riflessione di Paolo Cardenà, dal sito "Vincitori e vinti".

Ahhhhh....però: avevo dimenticato che il consumatore italiano non ha potuto beneficiare dell'effetto ricchezza della salita dei mercati, perchè il nostro indice praticamente è a solo un 20% sopra i minimi del 2009(contro il 150% e oltre degli altri).
Beati gli americani, che se la passano cosi bene: dovrebbero fare una statua a zio Bernie!!!!


Buona lettura.










ASPETTANDO LA BANCAROTTA, A MAGGIO LA PRODUZIONE INDUSTRIALE CALA PER IL 21° MESE CONSECUTIVO

All'indomani del downgrade sull'Italia da parte di S&P che ha portato il rating a BBB da BBB+, a soli due gradini dal livello junk (spazatura), l'Istat ci comunica i dati impietosi sulla produzione industriale nel mese di maggio, che si porta a quasi il 25% dai massimi di aprile 2008, segnando, ormai, un inesorabile declino del tessuto produttivo nazionale, che è ben lontano da una svolta che possa essere accolta come un pallido segnale di ripresa.

da Istat

A maggio 2013 l'indice destagionalizzato della produzione industriale è aumentato dello 0,1% rispetto ad aprile. Nella media del trimestre marzo-maggio l'indice ha registrato una flessione dell'1,3% rispetto al trimestre precedente.
C l'indice è diminuito in termini orretto per gli effetti di calendario, in maggio 2013,tendenziali del 4,2% (i giorni lavorativi sono stati 22 come a maggio 2012). Nella media dei primi cinque mesi dell'anno la produzione è scesa del 4,3% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.
Gli indici corretti per gli effetti di calendario registrano, a maggio 2013, diminuzioni tendenziali in tutti i comparti. Calano in modo significativo l'energia (-5,7%) e, in misura minore, i beni intermedi (-4,8%) e i beni strumentali (-4,1%). Registrano una flessione più contenuta i beni di consumo (-3,0%).
Nel confronto tendenziale, a maggio 2013 i settori in crescita sono quelli della fabbricazione di computer, prodotti di elettronica ed ottica, apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione e orologi (+3,3%), della produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (+2,3%) e delle industrie alimentari, bevande e tabacco (+2,0%).
Il settore che, in termini tendenziali, registra in maggio la più ampia variazione negativa è quello della fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-15,3%).




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