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giovedì 6 giugno 2013

MA COME FANNO LA NOSTRA ECONOMIA E IL NOSTRO STATO SOCIALE A REGGERE ANCORA L'URTO DI NOTIZIE COME QUESTA????

La notizia è fresca fresca: Indesit ha annunciato la decisione di procedere a 1.425 esuberi, ossia un terzo della forza lavoro del gruppo in Italia se ne va a casa.



La famiglia Merloni, proprietaria  del gruppo, nel comunicato ha detto queste parole: "Questo significa un forte ridimensionamento della presenza in Italia del gruppo e quindi un ridimensionamento della produzione complessiva dell'elettrodomestico in Italia". 

Indesit, oltre che in Italia, è presente in altri paesi come Inghilterra, Polonia, Russia e Turchia, che evidentemente offrono migliori garanzie e opportunità per gli investimenti che in Italia.

Il problema è tutto qui per chi fa impresa: l'Italia non garantisce in alcun modo un ritorno sugli investimenti. 

Ma se per una grande azienda, con spalle forti e capitali importanti, la soluzione è a portata di mano, e tanti, tantissimi, da tempo la stanno mettendo in atto ( si pensi  a Fiat, a che cosa ha comportato e soprattutto a che cosa comporterà in futuro per il mercato del lavoro italiano, soprattutto se si pensa a quanto lo stato ha supportato il gruppo della famiglia Agnelli nella sua storia), provate a mettervi voi nei panni di una media o piccola impresa, che poi rappresenta l'ossatura del nostro paese, e chiedervi quale possa essere la via d'uscita da una situazione come questa???

Per non considerare poi la domanda cruciale: come possono  ancora la nostra economia e il nostro stato sociale reggere a lungo l'impatto di notizie come questa, che sono diventate all'ordine del giorno? 1425 licenziati, significa almeno 5-6000 persone in grandissime difficoltà, per non parlare poi della fortissima pressione sulla cassa integrazione, già allo stremo da tempo come sappiamo.

Non siamo davanti a una crisi congiunturale, l'abbiamo già capito tutti da tempo: siamo davanti a un fenomeno strutturale e sistemico di cui non si vede mai la fine, che sta mettendo in ginocchio intere fasce della popolazione, che non vedono più alcuna via di uscita ( e questo spiega benissimo il perchè dello stillicidio di notizie quotidiane su gesti estremi da parte di operai, imprenditori, artigiani, commercianti, etc etc....solo chi ha un posto pubblico è esente, per il momento, da questa lista).

E la cosa che lascia senza parole è che la politica di fronte a tutto questo,  invece di prendere atto  e dare risposte concrete al paese, quantomeno per provare almeno a fronteggiare una crisi globale senza precedenti, continua a offrire quotidianamente gli stessi giochetti e spettacolini indecorosi, a cui siamo stati abituati gli ultimi 20 anni.

Le grandi imprese dunque vanno via, i giovani vanno via, i cervelli vanno via: ma chi diavolo rimane in questo dannato paese??? E soprattutto che cosa faremo andando avanti cosi???

Per finire, una riflessione amara sullo scenario economico che si sta delineando a livello globale, di cui parlavo giorni fa proprio su un articolo qui sulle pagine di Diario di un trader (vedi qui ).



Joseph Stiglitz, assieme al collega italiano Mauro Gallegati, ha presentato un nuovo teorema di cui già si è parlato a lungo e che trafigge al cuore il pensiero unico: quando i ricchi (ovvero l’ 1% più ricco della popolazione) si appropriano del 25 per cento del reddito scoppia la «bomba atomica economica». E’ una cosa abbastanza ovvia: per quanto essi possano consumare non consumeranno mai come il restante 99% della popolazione. Non possono mangiare 99 volte di più, non possono guidare 99 automobili, prendere 99 aerei contemporaneamente, fare 99 viaggi nello stesso tempo, portare 99 giacche griffate lo stesso giorno o 99 mutandine di pizzo. E più sottraggono risorse all’altro 99 % , più spezzano le gambe alla middle class, più si affossano l’economia. E questo - ma mi riprometto di parlarne – perché oltre alle limitazioni fisiche e temporali ovvie, il denaro è una merce non deperibile e più si accumula, più vale. I super ricchi, anche nel contesto dell’economia capitalistica, sono in sostanza una palla al piede e un fattore di instabilità. Mi verrebbe quasi da dire che sono un reperto dell’era preindustriale.

Rimane però una considerazione di fondo da fare: i super ricchi non se ne fottono niente di tutto questo. La vita si vive una volta sola. E l'unica cosa che conta è che loro sia meravigliosa!!!!

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