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domenica 30 giugno 2013

CONSIGLIO DI LETTURA: SCANDALO DERIVATI ITALIANI, DRAGHI SA TUTTO MA SE NE STA ZITTO


Un bell'articolo del quotidiano online l'Indipendenza sullo scandalo sui derivati italiani, di cui in maniera fugace e veloce abbiamo avuto notizia nei giorni scorsi.


L'articolo è una traduzione italiana di un post del noto blog Zerohedge.
La cosa più interessante da far notare è che, come abbiamo fatto spesso anche noi sulla pagine di Diario di un trader, dietro a ogni "porcata" che si comanda guarda caso ci siano sempre i soliti nomi e le solite banche.
E più la "porcata" è rilevante, più il cerchio ristretto di nomi si restringe.
Goldman Sachs - di cui in Italia abbiamo uomini chiave come Mario Monti, ex premier imposto dall'Europa, e Mario Draghi, attuale presidente Bce ed ex presidente Banca d'Italia - è sicuramente quella che non manca mai!!!

E' non è stato un caso che Obama ha voluto al suo fianco appena insediato un uomo come Timothy Geithner, ex Ad proprio di Goldman Sachs.

Giusto per far capire al mondo quanto rivoluzionaria sarebbe stata la sua azione politica!!! Il più grande bidone politico rifilato all'America!!!!

Buona lettura.









di ZEROHEDGE

Era circa quattro anni fa quando emersero i primi dettagli sull’affare di Goldman denominato Titlos, col quale divenne chiaro come per circa un decennio, usando deliberatamente transazioni nascoste come gli swap di valute, la Grecia avesse tentato di raggirare l’Eurozona nel far credere che la sua economia stesse andando molto bene e che il suo carico di debito fosse di gran lunga più basso di quello che era necessario per conformarsi ai requisiti del trattato di Maastricht. Che ne fossero a conoscenza (implicitamente od esplicitamente) “luminari” del calibro di Helmut Kohl e Mario Draghi, non ha aiutato la credibilità dell’Europa.

Per quanto riguarda il Vaso di Pandora che è stato aperto a seguito della scoperta di quanto fosse nauseante la cruda verità in Europa, soprattutto in relazione alla bancarotta della Grecia, cosa che ha condotto alla comprensione generale che l’esperimento europeo è fallito e ormai è solo una questione di tempo prima che vada definitivamente in pezzi, qualsiasi altro commento è superfluo, è un argomento che ha avuto ampia copertura su queste pagine e altrove negli ultimi anni.

Ora è il turno dell’Italia.

Il FT ha riportato che “l’Italia rischia perdite potenziali di miliardi di euro in contratti derivati che ha ristrutturato all’inizio della crisi dell’eurozona, secondo un report confidenziale del Tesoro a Roma che getta luce sulle tattiche finanziarie che hanno permesso ad un paese pieno di debiti di entrare nell’euro nel 1999. Il report di 29 pagine, ottenuto dal Financial Times, entra nel dettaglio per quanto riguarda le transazioni e l’esposizione del debito dell’Italia nella prima metà del 2012, inclusa la ristrutturazione di otto contratti derivati con banche estere per un valore totale di €31.7 miliardi”.

Qual era lo scopo di questi contratti derivati? Lo stesso per quanto concerne la Grecia: trasformare la realtà e renderla più gradevole: “[...] poco dopo che l’Italia entrò nell’euro, Roma stava ammorbidendo i suoi conti prendendo pagamenti in anticipo dalle banche in modo da soddisfare i target di deficit imposti dall’UE affinché si potesse unire alla prima ondata di 11 paesi che adottarono l’euro nel 1999. L’Italia aveva un deficit di bilancio del 7.7% nel 1995. Nel 1998, l’anno cruciale per l’approvazione della sua appartenenza all’euro, venne ridotto al 2.7%, di gran lunga il calo più significativo tra quegli 11 paesi. Nello stesso periodo le entrate fiscali aumentarono marginalmente e la spesa del governo in percentuale del PIL diminuì leggermente”. La cronologia degli eventi è presentata nella foto qui a lato (cliccate la foto per ingrandire).

E mentre Mario Draghi ha cercato di evadere le indagini per quanto riguarda il suo ruolo come capo della Banca d’Italia all’epoca di quando Monte Paschi era impegnata in varie transazioni di swapcome riportato in precedenza, proprio come ha cercato di evadere accertamenti per quanto riguarda il suo ruolo come banchiere della Goldman Sachs prima di quell’evento, quando è risultato determinante nei suoi sforzi di favorire l’abbellimento economico greco (anche se Goldman è stata pagata profumatamente per il suo “consiglio”) quando nel Giugno del 2012 la BCE si è rifiutata di rispondere alle domande diBloomberg sugli swap di valute tra Grecia-BCE-Goldman, Mario l’intoccabile potrebbe essere finalmente chiamato a rispondere: dopo tutto è stato ancora una volta determinante nel coprire l’ennesimo crimine finanziario, questa volta però come direttore generale del Tesoro italiano! Solo una manciata di funzionari di governo italiani, presenti e passati, sono consapevoli del quadro completo, secondo banchieri e fonti del governo. Il funzionario anziano del governo che ha parlato al Financial Times e gli esperti consultati hanno detto che i contratti ristrutturati citati nel report 2012 del Tesoro, includevano derivati stipulati quando l’Italia stava cercando di soddisfare i duri criteri finanziari per entrare nell’euro.

Mario Draghi, ora capo della Banca Centrale Europea, era il direttore generale del Tesoro italianoall’epoca e lavorava con Vincenzo La Via, allora capo del dipartimento del debito, e con Maria Cannata, allora funzionario anziano coinvolto nella contabilità del debito e dei deficit. La Via ha lasciato il Tesoro nel 2000 e vi è ritornato in veste di direttore generale nel 2012 – spalleggiato da Draghi, secondo i funzionari italiani. Un portavoce della BCE ha declinato ogni commento sulla consapevolezza della banca circa la potenziale esposizione a perdite dell’Italia o sul ruolo di Draghi nell’approvare i contratti derivati negli Anni ‘Novanta prima che si unisse alla Goldman Sachs International nel 2002.

Ovviamente la BCE declinerà ogni commento: agendo in questo modo non farà altro che aprire un vaso di vermi sul grado di attività criminale in cui è invischiata per il proprio tornaconto, per quello di membri come la Banca d’Italia, e ovviamente, per quello di “consiglieri finanziari” come Goldman Sachs. Dopo tutto non dimentichiamo che ci troviamo nel quarto anno delle investigazioni della FED sul ruolo della Goldman come catalizzatore degli swap di valute greci. Proprio così: ce lo ricordiamo e stiamo ancora col fiato sospeso.

Per riassumere:
§ Mario Draghi, complice e consapevole dell’accordo sugli swap di valute greci, come membro di Goldman Sachs a metà degli anni 2000.
§ Mario Draghi, complice e consapevole dei vari derivati di Monte Paschi, come capo della Banca d’Italia.
§ Mario Draghi, complice e consapevole nel respingere le domande di Bloomberg che avrebbero fatto scoppiare tutti questi scandali, come attuale capo della BCE.
§ Ed ora, Mario Draghi, complice e consapevole di almeno uno (e probabilmente molti altri) degli accordi italiani in derivati con una o più banche di investimento USA, come Direttore Generale del Tesoro italiano.

Quanto è profonda la tana degli scandali di Mario Draghi? Stavolta, però, la capacità di spazzare sotto il tappeto l’ennesimo scandalo incentrato su Draghi potrebbe essere impossibile, specialmente se l’Italia soffrirà di perdite per miliardi su questo ennesimo fiasco dei derivati: “Mentre il report lascia in sospeso dettagli cruciali e pare non voglia fornire un quadro completo delle potenziali perdite dell’Italia, gli esperti che l’hanno esaminato hanno detto al Financial Times che la ristrutturazione ha permesso al Tesoro squattrinato di spalmare i pagamenti dovuti alle banche estere su un periodo di tempo più lungo ma, in alcuni casi, a termini più svantaggiosi per l’Italia”.

Ad Aprile la Guardia di Finanza ha perquisito gli uffici di Maria Cannata, capo dell’agenzia di gestione del debito del Tesoro, chiedendo maggiori delucidazioni sul report abbozzato dall’agenzia, inclusi i dettagli dei contratti derivati originali, ha detto il funzionario di governo anziano.

La fuga di notizie riguardo il report 2012 del Tesoro, che è stata carpita anche dal quotidiano italiano “La Repubblica”, è probabile che alimenterà un dibattito sull’esposizione dell’Italia ai derivati. Arriva in un momento in cui i mercati hanno iniziato a mostrare un rinnovato nervosismo in relazione ai costi di finanziamento crescenti per paesi periferici come l’Italia.

Inutile dire che l’ultima cosa di cui ha bisogno un paese drogato di scandali, il cui politico più popolare è stato condannato a 7 anni di galera per prostituzione minorile, è l’ennesima prova che il suo sistema finanziario ha mentito fino ad ora, e soffrirà per miliardi di perdite per le passività arretrate. Passività i cui danni totali potrebbero essere nel range di decine di miliardi:

Il report non specifica le potenziali perdite che affronterà l’Italia per i contratti ristrutturati. Ma tre esperti indipendenti consultati dal FT hanno calcolato le perdite in base ai prezzi di mercato del 20 Giugno e hanno concluso che il Tesoro affrontava in quella data una perdita potenziale di €8 miliardi, una cifra sorprendentemente elevata in base al valore teorico di €31.7 miliardi. L’Italia non divulga la sua esposizione totale ai derivati. Gli esperti contattati dal FT, che hanno richiesto di non essere nominati, hanno notato che il report ha rivelato solo un’istantanea di sei mesi su un numero limitato di contratti ristrutturati.

E con i derivati che sono a somma zero (a meno che non ci sia un fallimento della controparte nella catena delle garanzie, cosa per la quale tutti perderebbero), la perdita dell’Italia è stata il guadagno di qualcun’altro. In questo caso di Morgan Stanley (tra gli altri): All’inizio dell’anno scorso l’Italia è stata indotta a rivelare che aveva pagato a Morgan Stanley €2.57 miliardi dopo che la banca aveva esercitato una clausola di rescissione sui contratti derivati che coinvolgevano swap di tassi di interesse e swap di opzioni concordati con l’Italia nel 1994. Un report ufficiale presentato al parlamento nel Marzo 2012 diceva che Morgan Stanley era la sola controparte ad avere una simile clausola di rescissione con l’Italia e ha scoperto, per la prima volta, che il Tesoro possedeva contratti derivati per coprire parte dei €160 miliardi di debito, quasi il 10% dei bond statali in circolazione. Bloomberg News ha calcolato che all’epoca l’Italia aveva perso più di $31 miliardi sui suoi derivati, secondo i valori di mercato di allora.

In passato gli ordini per respingere le indagini in tali loschi illeciti quasi certamente non provenivano solo dalle più alte sfere del potere italiano, ma dalla BCE e da banche come la Goldman. La domanda è: la Corte dei Conti si ergerà dalla parte della popolazione, ed esporrà la corruzione e gli individui dietro i miliardi che presto si riveleranno delle perdite?

Rilasciando la sua relazione a Febbraio 2012 sui conti dello stato, Salvatore Nottola, procuratore generale della Corte dei Conti, ha notato che “il danno fatto alle entrate dello stato, costituito dai risultati negativi dei contratti derivati, è particolarmente critico e delicato.”

La Corte dei Conti ha declinato ogni commento sulla relazione e la Guardia di Finanza non ha risposto alle richieste di informazioni. Un portavoce del ministero delle finanze ha confermato l’esistenza della relazione ma ha declinato ogni commento sui contenuti e sulle possibili perdite, citando il segreto d’ufficio. Non ha voluto commentare le richieste avanzate dalla Guardia di Finanza alla Cannata.

Gustavo Piga, un professore d’economia italiano, ha causato una tempesta nel 2001 quando ottenne uno di questi contratti derivati nel 1996 ed accusò i paesi europei di“aggiustare” i loro conti. Piga non ha chiarito quale fosse il paese o la banca coinvolti, ma da allora i media li hanno identificati come Italia e JPMorgan.

“I derivati sono strumenti molto utili,” ha scritto Piga. “Diventano tossici se usati per aggiustare i conti,” ha detto, accusando il paese sconosciuto di trascurare i contratti derivati al fine di ritardare il più possibile i suoi pagamenti degli interessi.

Ed a proposito di apertura, trasparenza e la mancanza della stessa, niente di quanto detto è una novità. Almeno non per la persona più determinante che ha inaugurato l’esperimento monetario fallimentare europeo: Helmut Kohl. L’anno scorso Der Spiegel, una rivista tedesca, ha ottenuto documenti ufficiali che dimostravano che nel 1998 Helmut Kohl, allora cancelliere, decise per ragioni politiche di ignorare avvertimenti dai suoi esperti secondo cui l’Italia stava “aggiustando” i suoi conti e non avrebbe soddisfatto i criteri del trattato di Maastricht, incluso un deficit di bilancio inferiore al 3%. I funzionari di governo italiani, incluso il precedente ministro delle finanze Giulio Tremonti, hanno detto che l’UE ne era a conoscenza ed approvava l’uso dei derivati (da parte dell’Italia) per entrare nell’euro.

Nessuna sorpresa qui, soprattutto se consideriamo le sue stesse parole: “Si è comportato come un dittatore per portare l’euro.” E considerando che gli europei hanno ceduto volentieri tutti i loro diritti e poteri per vivere in una chimera dittatoriale negli ultimi dieci anni, e che da allora si è trasformata nel peggior incubo depressive che il mondo “sviluppato” abbia mai conosciuto, forse tutti i disoccupati dovrebbero guardarsi allo specchio per decidere a chi dare la colpa per la loro situazione.

Ma non preoccupatevi, le Goldman, i Mario Draghi, le Cannata ed i Berlusconi del mondostanno andando alla grande, anche se la disoccupazione giovanile greca e spagnola è ora nel range del 60%. Che è grosso modo quello che ci si potrebbe aspettare da un qualsiasi regime dittatoriale neo-feudale.

Traduzione di Francesco Simoncelli

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